Il Vivaio

La produzione
La scelta della cultivar, del clone e del portainnesto rappresentano il momento più importante nella realizzazione del vigneto. Il materiale di propagazione, infatti, una volta messo a dimora ed entrato in produzione, dovrà esprimere tutte le potenzialità qualitative del terroir .
Non basta scegliere una buona varietà, ma occorre individuare quale siano, il clone ed il portinnesto più adatto all’ambiente in cui si opera.
ccorre scegliere del materiale che offra sicure garanzie sotto il profilo genetico e sanitario, in grado di rispondere agli obiettivi della moderna viticoltura.

Il controllo sanitario e le verifiche della rispondenza genetica in campo durante tutte le fasi vegetative e produttive e l’attenta raccolta del materiale di propagazione, permettono di realizzare le varie combinazioni d’innesto, per arrivare ad una produzione qualificata di 800.000 barbatelle innestate.
L’attenta scelta dei materiali vegetali e l’alta professionalità raggiunta nel controllo genetico e sanitario nelle varie fasi di propagazione permettono di ottenere ottime rese di barbatelle in vivaio con elevati standard qualitativi che conferiscono al materiale prodotto caratteristiche tecniche di assoluta affidabilità.

Sperimentazione e ricerca
Negli ultimi anni, notevole impegno è stato compiuto da Agriserv per favorire la crescita della viticultura toscana, rivolgendo particolare attenzione alla selezione clonale e sanitaria della vite. Da anni, in collaborazione con l’Università di Firenze e Pisa viene portato avanti un programma per il miglioramento genetico sia del “Sangiovese”, sia di alcuni portinnesti di maggior impiego. La ricerva sul Sangiovese è stata condotta in vecchi impianti di vigneto, destinati ad estirpazione, dove sono stati individuati presunti cloni, successivamente propagati e messi a dimora in apposito campo, al fine di conservare nel tempo la variabilità genetica. Con il materiale risultato idoneo sono stati costituiti inoltre due appositi campi di omologazione. Attualmente il lavoro si è concretizzato con l’omologazione di tre cloni rispettivamente denominati “AGRI 3”, “AGRI45” e “AGRI6” che andranno ad arricchire il patrimonio genetico del sangiovese e di due cloni di portinnesto 420° “AGRI10” e Kober 5BB “AGRI20”. L’attività di miglioramento genetico per il Sangiovese e per i portinnesti prosegue, al fine di selezionare materiale genetico sempre più rispondente alle esigenze della nostra viticultura. Tale attività è rivolta anche ad altri vitigni del territorio chiantigiano. L’organizzazione aziendale consente di recuperare, propagare e conservare il materiale genetico presente nei vecchi impianti viticoli, di prossima estirpazione, delle diverse realtà aziendali, altrimenti destinato ad una inesorabile perdita.